25 Marzo 2021
Covid: primo stop alle frontiere per i lavoratori agricoli dal Marocco, aziende valdostane in difficoltà

Con l’avanzare della pandemia, il Marocco ha sospeso tutti i collegamenti aerei con l’Italia: è un primo stop alle frontiere per i lavoratori agricoli stranieri che annualmente raggiungono il nostro paese per prestare la loro opera nelle aziende agricole.

Per noi è un grave problema – sottolinea Alessio Nicoletta, Presidente di Coldiretti Valle d’Aosta – perché la comunità marocchina è, da sempre, una delle più numerose tra i lavoratori  provenienti da fuori dei confini comunitari”.

In Valle d’Aosta per la stagione estiva arrivano annualmente oltre 400 lavoratori da diversi paesi: al primo posto c’è la Romania con 150 arrivi circa, seguita dai 140 lavoratori provenienti dal Marocco, 30 dall’Albania e 90 circa dagli altri paesi del Nord Africa e dell’est europeo.

In Valle d’Aosta questi sono i mesi in cui le aziende zootecniche si dotano del personale che dovrà poi salire in alpeggio per la cura degli animali e la lavorazione del latte” sottolinea ancora Nicoletta. “Si tratta di mestieri delicati, che richiedono una specializzazione, tanta esperienze oltre ad una spiccata capacità di adattamento per le dure condizioni di vita che il lavoro in montagna richiede” spiega ancora il Presidente della Coldiretti Valle d’Aosta.

La Federazione regionale della Valle d’Aosta pertanto segue e sostiene il lavoro che Coldiretti sta portando avanti a livello nazionale con l’Ambasciata del Marocco per cercare di superare le difficoltà determinate dalle misure cautelative adottate dal Paese africano di fronte di alla diffusione del contagio Covid nell’Unione Europea” continua il Direttore Elio Gasco.

In queste condizioni è importante la presentazione da parte della Commissione europea del Digital green pass con l’obiettivo di consentire la libera circolazione all’interno dell’Unione per lavoro o turismo” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza di lavorare a livello nazionale per accordi bilaterali con i Paesi dove è piu’ rilevante il flusso di lavoratori.

“In una situazione in cui si registra un rinnovato interesse degli italiani per il lavoro agricolo è anche importante – conclude Prandini - una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce piu’ deboli della popolazione sono in difficoltà”.

NG
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Aosta, 24 marzo 2021
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