3 Febbraio 2012
2 febbraio : LE REGIONI CONTRO L’IMU SUI FABBRICATI AGRICOLI STRUMENTALI

CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME
12/11/CR5/C10
ORDINE DEL GIORNO IN MATERIA DI
APPLICAZIONE DELL’IMU ALLE AZIENDE AGRICOLE
LA CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME,
VISTA la legge n. 214 del 2011 di conversione del decreto legge n. 201 del 2011, recante "Disposizioni urgenti per la crescita l’equità e il consolidamento dei conti pubblici" la quale prevede che l’imposta municipale unica (IMU), istituita dal decreto legislativo n. 23 del 2011, sia applicata a partire dal 2012;
PREMESSO che all’imposta (sostitutiva dell’ICI e dell’IRPEF sulla rendita catastale) risultano essere assoggettati sia i terreni agricoli, sia i fabbricati rurali;
CONSIDERATO CHE:

• si tratta di una modifica sostanziale della fiscalità, applicata al settore primario, e, in particolare, ai beni funzionali all’esercizio dell’attività agricola, che vengono assimilati, in buona parte, a puro e semplice patrimonio;
• viene meno il regime di fiscalità speciale sino ad oggi riconosciuto al settore, in virtù dei ruoli che l’agricoltore svolge e dei beni prodotti dallo stesso, non limitando, tali ultimi, alla pur essenziale produzione di cibo. Si pensi, in primis, alla salvaguardia del territorio e del paesaggio: attività connaturata all’esercizio dell’agricoltura, di cui tutti i cittadini godono, ma che, certamente, non risulta remunerata dal mercato;
• nel caso specifico, inoltre, si trattano, similmente ad un qualsiasi immobile, le stalle, i fienili o, addirittura, le strutture degli alpeggi, utilizzate, per ragioni assolutamente evidenti e indipendenti dalla volontà degli allevatori, per una piccola parte dell’anno;
• questi, come d’altra parte i terreni, costituiscono gli strumenti da lavoro dell’agricoltore e non possono, come tali, essere considerati alla stregua di pura e semplice ricchezza accumulata;
• peraltro, l’IMU va a colpire l’agricoltura in un suo punto debole, costituito dalla forte immobilizzazione di capitali a bassissima redditività;
• l’applicazione ai fabbricati rurali ad uso strumentale di un aliquota ridotta allo 0,2%, pur combinata con la facoltà riconosciuta ai comuni di ridurre dello 0,1% detta aliquota, produrrà comunque effetti devastanti, in considerazione del fatto che, a base del calcolo vengono inseriti anche i terreni. Tanto si tradurrà in un aggravio considerevole per le aziende agricole;
• pur non sottovalutando il carattere di eccezionalità della manovra finanziaria e il particolare periodo che stiamo vivendo, emerge una forte preoccupazione circa gli effetti che l’applicazione di questa nuova imposta possa avere su un settore strutturalmente fragile, dal punto di vista economico, ed alle prese con gli effetti di una crisi particolarmente grave;
 
• l’applicazione dell’IMU potrebbe, verosimilmente, accelerare il processo di dismissione del settore agricolo, che l’ultimo censimento ha fotografato in modo inequivocabilmente in declino. L’appesantimento tributario si pone in antitesi, anche, rispetto agli auspicati, e mai attuati, interventi di politica agraria nazionale indispensabili per lo sviluppo di questo comparto;
• ad essere colpite maggiormente potrebbero essere le aree a minor redditività (montagna ed aree svantaggiate in genere), che spesso collimano con territori di particolare pregio ambientale e paesaggistico; l’abbandono dell’attività agricola, in tali casi, determinerebbe conseguenze devastanti ed irreversibili a danno dell’intera collettività (si pensi, in primis, alla compromissione degli equilibri idrogeologici);
• si tratta di un imposta le cui indicazioni attuative appaiono oggi discutibili e contraddittorie, anche rispetto alle posizioni assunte da gran parte dei governi e dei parlamentari europei in ordine alla politica agricola comune, di cui si discute attualmente la riforma
CHIEDE AL GOVERNO
Roma, 2 febbraio 2012
• di esentare dal pagamento dell’imposta i fabbricati rurali ad uso strumentale, o quantomeno si valuti la possibilità di una consistente riduzione degli oneri, attualmente previsti per gli stessi, con particolare riferimento a quelli dislocati in aree svantaggiate;
• di rivedere il meccanismo di calcolo relativo ai terreni condotti dagli agricoltori, in considerazione delle peculiarità del settore agricolo che, sino ad oggi, hanno determinato l’applicazione di specifiche regole fiscali;
• l’immediata apertura di un tavolo di confronto, Governo-Regioni, volto ad individuare criteri alternativi di applicazione dell’IMU, tali da consentire di salvaguardare gli obiettivi del decreto "Salva Italia", senza pregiudicare la sussistenza del settore agricolo italiano.