19 Gennaio 2012
SULLA TASSA “CIBO SPAZZATURA” D’ACCORDO AGRICOLTORI E CONSUMATORI

Di fronte alla dilagante obesità giovanile e agli effetti sulla salute e sulle spese sanitarie, l’ipotesi di tassare i cibi spazzatura che è ora all’esame di Governo e Regioni è stata già messa in pratica da altri Paesi.
Dal 1° gennaio 2012, come si ricordava, è entrata in vigore in Francia la “taxe soda”, ratificata dal Consiglio costituzionale francese il 28 dicembre 2011, che pesa 7,16 euro per ettolitro, cioè 11 cent per 1,5 litri o ancora 2 centesimi di euro a lattina di bevanda gassata. In totale la tassa dovrebbe portare 280 milioni di euro nelle casse dello Stato che saranno utilizzati per ridurre il costo del lavoro di raccolta in agricoltura e sostenere così la frutta e verdura.
Gli sciroppi, i succhi di frutta senza zucchero aggiunto, i frullati, gli yogurt da bere, i latti per l’infanzia, le bevande nutritive a finalità medica e i prodotti destinati all’esportazione non sono toccati da questa misura.
L’iniziativa francese segue di qualche mese quella della Danimarca che ha introdotto una tassa sul cibo spazzatura ricco di grassi saturi come merendine, patatine e snack con un aumento di 16 corone, 2,15 euro, al chilo.
“Non c’è tempo da perdere nell’affrontare una emergenza che sta mettendo a rischio il futuro delle nuove generazioni” , ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nell’esprimere un “forte sostegno per scoraggiare il consumo di cibo spazzatura che deve essere però individuato con criteri oggettivi e seri mentre deve essere contestualmente sostenuto il cibo genuino e del territorio anche a scuola. Una opportunità - precisa Marini - per un Paese come l’Italia che è leader europeo nella produzione di frutta e verdura e degli altri alimenti base della dieta mediterranea che sono stati riconosciuti scientificamente come ‘elisir’ di lunga vita”.