E' in un angolo delle Alpi che si trova il Paradiso degli immigrati, dove il lavoro non manca e si può arrivare a guadagnare fino a 2.000 euro al mese. In Valle d'Aosta sono circa 8.000 gli stranieri residenti (il 6% della popolazione globale) per un modello di integrazione che finora ha dato risultati soddisfacenti rispetto ad altre realtà di Italia.
Sono occupati prevalentemente nei settori dell'edilizia, della siderurgia, dell'agricoltura e della zootecnia: se i primi due hanno risentito della crisi economica con una crescita del tasso di disoccupazione, gli altri hanno sopportato bene gli scossoni della recessione. "Abbiamo sempre più bisogno della manodopera straniera - spiega Giuseppe Balicco, presidente della Coldiretti valdostana - senza la quale non riusciremmo a produrre formaggi e a gestire gli allevamenti. Il rapporto tra datori di lavoro e dipendenti quì è buono, niente a che vedere con la situazione vista a Rosarno".
A lavorare negli alpeggi e nelle stalle della Valle d'Aosta sono soprattutto marocchini (provenienti dalla regione dell'Atlante), rumeni e albanesi. Sono assunti quasi sempre con contratti stagionali, da maggio/giugno a fine settembre, con uno stipendio che varia tra i 7.000 e i 8.500 euro a seconda dei compiti, dell'esperienza e dell'affidabilità (il minimo è di 1.747 euro lordi al mese). Per il reclutamento gli immigrati si propongono agli allevatori durante le 'bataille de reines', tradizionali battaglie tra bovine, oppure il martedì al mercato zootecnico di Aosta. Alcuni si fermano anche in autunno per la raccolta dell'uva e durante la stagione invernale per lavorare nelle stalle, altri preferiscono tornare in patria.