26 Aprile 2011
Zootecnia nella morsa della crisi, Coldiretti dà il via alla vertenza


le difficoltà  non stanno risparmiando alcun comparto, dai bovini da latte e da carne ai suini da carne e da allevamento, dalle bufale da latte agli ovicaprini, fino agli avicoli e ai cunicoli, tanto da spingere la Coldiretti a dare il via a una “vertenza zootecnia” per invertire la rotta e dare risposte efficaci alle esigenze manifestate dagli allevatori, a partire dalla revisione delle zone vulnerabili per la direttiva nitrati e dall’introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza a partire dal latte e formaggi fino a carne e salumi derivati dai suini.
A fare da detonatore è stato senza dubbio il rincaro dei costi di produzione degli allevamenti nazionali dove, per effetto del rincaro delle materie prime, si spende il 19% in più per riempire le mangiatoie.
Un onere che si è aggiunto alle difficoltà determinate dagli effetti insostenibili della direttiva nitrati, la quale rischia di dimezzare i settori in intere regioni, e che segue i tagli all’assistenza tecnica degli allevamenti per la riduzione dei trasferimenti pubblici alle associazioni allevatori e il perdurare del furto di valore e immagine che subisce la produzione Made in Italy a causa delle distorsioni lungo la filiera e delle importazioni di prodotti dall’estero spacciati come nazionali.
Basti dire che su ogni euro speso dal consumatore per acquistare carne, latte o uova della zootecnia nazionale, solo una percentuale tra ilo 13 e il 17% finisce nelle tasche degli allevatori, mentre per ogni prodotto italiano si sviluppa un finto made in Italy cinque più volte più grande.
Se poi si aggiungono i problemi di scarsa valorizzazione del prodotto nazionale anche a causa dell’inadeguatezza di molti consorzi di tutela, si ha il quadro di una situazione giunta ormai a livelli critici.