Le motivazioni rispetto agli OGM sono molto semplici e vengono ribadite da circa 20 anni. Già nelle prime iniziative si sostenevano le tesi che – ancora oggi – sono attuali e, perdurando nel tempo, dimostrano che non erano – e non sono – posizioni ideologiche ma che trovano chiara giustificazione.
LA TIPICITA: Crediamo non si possa smentire il fatto che l’utilizzo di OGM sia in antitesi con oltre cinquanta anni di politica di valorizzazione dei prodotti locali rispetto alla loro origine e tipicità. Quattro DOP, la ricercatezza e la qualità dei vini e dei prodotti che ci siamo, tutti e per prima l’Amministrazione Regionale, impegnati a far inserire nelle liste Ministeriali dei prodotti tradizionali, sono patrimonio unico in Europa. Nessun territorio così piccolo ha una quantità di eccellenze e qualità riconosciute così ampio.
L’ECONOMIA : Gli OGM sono proposti – dall’industria che li produce – con l’evidente scopo (miraggio ?) di aumentare il reddito degli agricoltori: Ciò implica, però, l’impianto di coltivazioni in misura estensiva con una redditività che pare essere superiore alla media solo in presenza di ettari ed ettari di colture. Superfici che non sono disponibili in Valle e quindi, non si ravvisa assolutamente qualsiasi minima esigenza economica per l’uso di OGM.
IL TERRITORIO : E’ oramai comune opinione che eventuali linee di coesistenza debbano tener conto della volontà di chi non vuole OGM nel poter praticare colture tradizionali senza alcun pericolo di contaminazione. Anche negli USA e in Canada si stanno rivedendo tutti i parametri avendo riscontrato contaminazioni diffuse. Il nostro territorio è del tutto particolare, una zona centrale – che teoricamente potrebbe essere interessata da OGM – lungo la quale scorre il principale fiume della Regione che - periodicamente – ci ha destinato esondazioni e alluvioni, lungo il quale si è provveduto a stabilire anche precisi vincoli edificativi e, riteniamo, si debba tener conto dei gravissimi problemi di contaminazione possibile attraverso lo scorrimento delle acque. Ma il problema più importante riguarda, senza alcun dubbio, la struttura fondiaria, con una parcellazione estrema – tra le più alte in Italia, con la Liguria. Infatti i dati ci dicono che la superficie agricola utilizzata è suddivisa in circa 300.000 particelle, e – come se non bastasse – oltre 200.000 sono di una superficie inferiore ai 1000 metri.
In tali condizioni, riteniamo, nessuna coesistenza sia possibile.
IL TURISMO: Tutti sanno che l’immagine agroalimentare di un territorio è divenuta importantissimo veicolo pubblicitario per il territorio stesso. Anche qui la stessa Amministrazione Regionale investe risorse ingenti per fornire – turisticamente – una immagine di territorio incontaminato, facendo della biodiversità e della particolarità delle produzioni agroalimentari un vero punto di forza turistico.
Il divieto di utilizzare OGM ci pare ne sia una logica conseguenza.
Come certamente noto la modifica della direttiva 2004/18/CE avvenuta il 13 luglio u.s. ha dato il via a numerose prese di posizione che – notizie di stampa ( sole 24 ore del 1/10/2010) danno quale unanime posizione delle Regioni la volontà di non adottare le linee guida sulla coesistenza.
Le stesse modifiche sono state estese alle Raccomandazioni (2003/556) della Commisione Europea aggiungendo al testo la possibilità di “Creazione di aree OGM Free nei casi in cui nessuna misura è in grado di garantire la coesistenza”, in breve le proposte della Commissione vogliono permettere agli stati membri di “Vietare la coltivazione di OGM sui propri territori per ragioni socio-economiche, etiche e morali”
Lo scorso 11 febbraio il gruppo del Consiglio UE preposto all’analisi di tale posizione ha – inoltre – reso note quali sono e possono essere tali ragioni, in ordine:
· Morale Pubblica
· Ordine Pubblico
· Scongiurare la contaminazione e la presenza di OGM in latri prodotti
· Il perseguimento di obiettivi di politica sociale
· La Pianificazione/utilizzo del suolo urbano e rurale
· La politica culturale ed ambientale diversa dagli effetti negativi degli OGM sull’ambiente.
Il dibattito è aperto ma la posizione di Coldiretti è molto chiara.