15 Novembre 2010
60° GIORNATA REGIONALE DEL RINGRAZIAMENTO A DONNAS IL 12 DICEMBRE

La stagione agricola si stà ormai concludendo, e i lavoratori della terra ne vagliano attentamente i risultati, con la serenità di chi è consapevole di aver fatto il proprio dovere. La mentalità della gente dei campi si esprime in questa maniera: risultati positivi? Ringraziare il Signore ! risultati  scadenti ? scopriamone le ragioni, onde porre il rimedio per l’avvenire, pur nella serena certezza di essere operatori di un grandioso progetto, che ha Dio per Autore. Credo che sia altamente significativo, che oggi nella società, ci sia una sola categoria sociale che, attraverso la Giornata del Ringraziamento, esprima pubblicamente al Signore la propria riconoscenza per i doni ricevuti. Nella società odierna, c’è troppa gente che nella sua agenda, sa declinare diritti, e vive all’insegna del “tutto è dovuto”, respingendo quindi il “grazie”, perché ritenuto mortificante  per l’uomo del terzo millennio: via quindi, ogni forma di civile galateo ….!
Gli agricoltori, invece, abituati ad operare duramente nei vari settori della natura – campi, vigne, alberi da frutta, alpeggi …- sono consapevoli che in questo  campo, concorrono forze e leggi misteriose, ma reali, che vanno aldilà di ogni tecnica, di ogni bravura umana, e che orientano direttamente a Dio. Guai se venisse mancare la Sua opera di Creatore: l’uomo sarebbe definitivamente sconfitto dalla stessa terra che ha lavorato. Di fronte a questi misteri di vita per l’uomo, per la Famiglia, per il Paese,  il saper dir grazie a Dio per i doni che ci elargisce, è l’unica strada percorribile, se vogliamo conservare quel minimo di dignità e di elementare educazione per onorare la nostra vita di uomini e di credenti. Se venisse a mancare, determinerebbe una gravissima carenza sul piano dei valori, oltrechè una incompletezza umana e sociale, che arrecherebbe disonore nel settore umanamente più sensibile. Gli Agricoltori non hanno bisogno di titoli accademici per proclamare nella società in cui vivono, il proprio grazie per i doni ricevuti dalla terra e dal proprio lavoro. Silenziosamente salgono in cattedra col vestito da lavoro, e mani callose, per impartire a tutte le categorie sociali, questa altissima lezione di galateo imano e cristiano, facendosi segno di una sensibilità che li onora come singoli e come categoria.
La processione offertoriale che si organizza per la Festa del Ringraziamento, destinando i frutti della terra ai poveri, non canta forse la riconoscenza a Dio, nella memoria delle Sue Parole : “Quello che avete fatto al più piccolo dei miei, lo considero fatto a me stesso ?” Ecco perché siamo riconoscenti al mondo agricolo valdostano, che – attraverso la nostra Coldiretti – da sessant’anni ricorda a tutti la nobiltà e la civiltà di un gesto che il mondo troppo sovente tende a dimenticare.