15 Novembre 2010
BILANCIO REGIONALE 2011 : MENO 25 MILIONI ALL’AGRICOLTURA !

Forbici sul bilancio regionale, recita il titolo, e – di conseguenza – anche sul bilancio agricolo. I tagli, che derivano, come noto da nuovi rapporti con la finanza pubblica nazionale, arrivano in maniera più o meno uniforme sui vari settori, e sarà operazione di alta finanza riuscire a mantenere, da parte della Amministrazione Regionale, il regime di aiuti  disponibili uniformemente distribuito, con il serio rischio di mettere in crisi interi settori. Il discorso del sostegno del settore agricolo è talmente lungo che  mette imbarazzo a parlarne. Oramai spero che tutti – mi riferisco alla società civile e alle categorie produttive – abbiano ben chiaro il valore universale del patrimonio agricolo, a livello di produzioni ( nei secoli gli uomini cambiano abitudini e modi di vita ma, da quando il mondo è mondo non abbiamo ancora imparato a non mangiare)  ma anche, ed è il rinnovato interesse verso il settore, il mantenimento della biodiversità, la tutela e il presidio del territorio ( vediamo cosa accade quando piove più del solito sui territori abbandonati) e dell’ambiente che è patrimonio di tutti.
Ma, non è opinione mia ma dato di fatto conclamato dei massimi osservatori mondiali a cominciare dalla Unione Europea e dai Governi, non si può – oggettivamente – vivere di agricoltura.
Meccanismi di mercato che non stiamo qui ad approfondire provocano il costante crollo dei prezzi agricoli con improvvise bolle speculative che vanno a danno esclusivo dei produttori. Ecco perché l’Agricoltura è indispensabile ma, al di là di tanto felici quanto rarissime realtà, non può vivere da sola ma deve essere sostenuta dalla società civile impegnandosi a restituire alla società quei valori di cui dicevo sopra e che sono patrimonio di tutti, ripagando così il sostegno ricevuto.
Tutto si esaspera, purtroppo, in zone di montagna e alta montagna, dove l’accesso alla manodopera è – obbligatoriamente – molto elevato a causa della scarsa meccanizzazione, del territorio difficile e del clima che non permettono la possibilità di differenziare le produzioni e di introdurre particolari innovazioni. E, dove  pende già la spada di Damocle delle agevolazioni sui contributi previdenziali. 
 Il presidente Pino Balicco ha voluto – sulla materia – inviare una nota al Consigliere Regionale Andrea Rosset, presidente della seconda commissione regionale, affari generali, in occasione dell’esame delle disposizioni per la formazione del bilancio regionale, sottolineando le esigenze del settore agricolo, esigenze indispensabili per la sopravvivenza del settore sottolineando che di fronte a momenti difficilissimi si impongono scelte difficili.
Di fronte ad una considerevole complessiva riduzione delle risorse – complessivamente circa 25 milioni di euro per l’intero settore agricolo e forestale  sono indispensabili delle nuove riflessioni, si deve forse iniziare a privilegiare i coltivatori diretti professionali, chi vive solo di agricoltura, e sostenere in maniera diversa, che non deve pesare sul bilancio agricolo, (ambiente?) chi si occupa di agricoltura come seconda o terza attività e contribuisce più al mantenimento dell’ambiente e al presidio del territorio che non al fattore economico. Nel solco di tale ragionamento è pur vero che il beneficio di qualsiasi investimento ricade, anche indirettamente, sul mondo agricolo, ma a volte,  grandi investimenti - con grandi capitali di contribuzione erogata - vengono intrapresi (esempio lampante  quello degli alpeggi) dai proprietari, che quasi mai coincidono con i conduttori che poi gestiscono l’investimento quali affittuari. Il beneficio generale per il territorio e il settore sono comunque evidenti ma è altrettanto evidente che l’aiuto economico, in tali casi, non finisce certo nelle tasche dell’agricoltore.
Ma comprendiamo bene che il sostegno – è evidente – deve  far conto con le risorse, risorse che in momenti di tale crisi non possono essere quelle da sempre destinate ma non devono neppure essere drasticamente ridotte, al punto da rischiare di mettere ulteriormente in ginocchio il settore, salvo poi, alla prima frana, lamentarsi che il territorio non è più presidiato. E allora, questo è l’invito, tornare a fare i conti come faceva la nonna quando, pur con poche lirette, riusciva sempre a far la spesa e a non far mancare qualcosa da mangiare ai figli. Avere chiari gli obiettivi, mettere nel cassetto per un po’ eventuali progetti che non presentano motivi di urgenza, garantire l’appoggio al settore che l’Amministrazione Regionale, dobbiamo essere obiettivi, non ha mai fatto mancare negli anni e, per il futuro, …speriamo che i recenti inviti del Santo Padre rispetto al rilancio dell'Agricoltura non cadano nel vuoto !