6 Luglio 2010
BIOBUSTE: il contributo dell’Agricoltura all’Ambiente

Dal 1° gennaio 2011 stop ai sacchetti di plastica. Il divieto di produzione, commercializzazione ed utilizzo dei sacchetti in plastica non biodegradabili è previsto nella legge finanziaria 2007, la cui scadenza originaria, ossia il 1 gennaio 2010, era stata prorogata in considerazione delle contingenze derivanti dalla crisi economica internazionale. Questo programma deve essere definito con un apposito decreto – in emanazione -  del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, e con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. La Coldiretti Valdostana, a seguito della collaborazione instaurata già dallo scorso anno con l’ Assessorato Regionale all’Ambiente  ha aderito alla campagna di sensibilizzazione sull’uso dei sacchetti biodegradabili e/o  comportabili, e ancor meglio, incentivando l’uso delle borse riutilizzabili.  All’iniziativa aderiscono anche l’Assessorato Regionale all’Agricoltura, la Confcommercio, le Associazioni dei Consumatori.  Il mercatino Lo Tsaven - Campagna Amica  di domenica 21 Novembre, ma anche quelli in programma a Dicembre ad Aosta in piazza Chanoux  hanno anticipato la data del prossimo primo gennaio e gli acquisti vengono consegnati ai consumatori nei sacchetti completamente biodegradabili prodotti da derivati della lavorazione del mais.  
Il bando dei sacchetti di plastica, oltre ad essere un successo ambientale, rappresenta una grande opportunità anche per il settore agricolo. Da un lato, è necessario ricordare che ogni anno miliardi di buste di plastica usate per pochi minuti vengono poi abbandonate, con tempi di degradazione molto lunghi, circa 20 anni, ed il rilascio di sostanze chimiche dannose per l’ambiente, l’ecosistema marino e la salute umana. Inoltre, l’inquinamento derivante dai sacchetti non è legato solo allo smaltimento, ma anche alla produzione. Si stima, infatti, che per produrne 200 mila tonnellate vengano bruciate 430 mila tonnellate di petrolio.  Invece, i nuovi ecoshopper dovranno essere realizzati in bio plastica ricavata da mais e da altre materie vegetali e dovranno essere riutilizzabili. La norma UNI EN 13432, rappresenta, da questo punto di vista, un riferimento importante,  in quanto fornisce presunzione di conformità alla direttiva 2004/12/CE sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio.
Si rammenta, infine, che il decreto legislativo, attualmente in discussione, di recepimento della nuova direttiva rifiuti (2008/98/CE), con riferimento alla raccolta differenziata, prevede che i rifiuti organici quali rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici, ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili prodotti dall’industria alimentare dovranno essere raccolti in modo differenziato con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti compostabili certificati, proprio, a norma UNI EN 13432-2002.  Ciò significa che l’ambito di introduzione dei sacchetti biodegradabili va oltre il circuito commerciale, stabilendo l’obbligo, anche per i cittadini, di utilizzare per i rifiuti organici i contenitori alternativi rispetto ai tradizionali sacchetti di plastica. Questi ultimi resteranno destinati, dunque, solo alla raccolta differenziata avente ad oggetto la plastica