11 Aprile 2011
IL MESSAGGIO RELIGIOSO: LA SANTA PASQUA

Mes Chers Agriculteurs,
Pur nella consapevolezza di una precarietà fisica che alcuni anni accompagna la mia vita, obbligandomi ad un supplemento di ginnastica, tuttavia riterrei grave passare sotto silenzio i grandi eventi che il Vangelo e la Liturgia ci propongono in occasione della Pasqua.
Là c’è Qualcuno – Gesù Cristo – che decide di salire a Gerusalemme in solitudine, passando attraverso l’orto degli ulivi, dove il Suo volto suda sangue, mentre i suoi animi – io e voi! – non sappiamo che offrirGli la nostra indifferenza: dormiamo ! fino a quando spunta Giuda per il bacio del tradimento.
E questa non è la pagina di un romanzo, ma bensì la tragica storia di Colui che ha voluto concludere la sua avventura umana sul Calvario, per la nostra salvezza. Aveva trentatré anni !
Il nostro mondo agricolo, cresciuto lavorando al forte messaggio dei rintocchi dei nostri campanili non è indifferente a questi richiami. Il suo campo di lavoro è costellato di rozze croci che i8 nostri padri hanno lasciato come segno di una fede che il tempo non può cancellare.
Ed è il messaggio al quale dobbiamo tornare come Credenti e come Valdostani se vogliamo che i nostri paesi conservino le realtà spirituali che la storia ci ha trasmesso. Oggi poi, con i tanti Paesi che – nella Valle – non hanno più un sacerdote a disposizione  a causa di una terribile carenza di vocazioni, questo problema lo si avverte ancor di più.
Le parrocchie, soprattutto le migliori, sono investite di un supplemento di impegno e di responsabilità volti a far rifermentare eventuali positività spirituali pur presenti  nelle coscienze di tanti singoli e famiglie affinché riprendano la comune sensibilità che la salvezza è un dono di Dio offerto all’attenzione dell’uomo.
Oggi la Chiesa Valdostana si interroga drammaticamente su questi argomenti che aprono inquietanti strade sull’avvenire religioso delle nostre campagne. Ecco perché dobbiamo riconfrontarci con il Vangelo, con la Dottrina Sociale della Chiesa per riacquisire il senso più esatto del ruolo che il cristiano deve avere nella gestione e nella difesa del creato. Le grandi speculazioni, oggi in atto ad opera di ingordi non ci possono lasciare indifferenti: in gioco è l’avvenire del creato che Dio ha destinato come patrimonio di tutti, non come disonesta proprietà di pochi………
Il cristiano che opera nelle nostre campagne, ha conservato questa sensibilità e domanda che venga dovunque rispettata. La forza per viverla la troviamo nei sacramenti, nella preghiera, nell’ascolto della parola di Dio. Ed è qui che scatta il nostro impegno personale circa la Confessione e la Comunione Pasquale – auspicando che diventi presto abitudine domenicale – che ricorda ad ognuno di noi la realtà della Chiesa, la frequenza ai Sacramenti, il formidabile dispositivo della Grazia che ci fa depositari delle grandezze di Dio.
Miei cari amici, coraggio: siamo nel periodo pasquale in cui l’amicizia di Gesù ci raggiunge più facilmente con  favolose possibilità di miglioramento. Sarebbe da imbecilli non approffitarne.