27 Luglio 2010
MANOVRA 2010:RIDOTTE LE AGEVOLAZIONI MONTANE INPS

Sono a rischio oltre cinquantamila posti di lavoro nelle campagne in tutte le zone montane dell’arco alpino, nelle zone appenniniche e nelle zone svantaggiate del mezzogiorno, per effetto dell'aumento del costo contributivo per i datori di lavoro nel settore agricolo, causato dalla manovra finanziaria in approvazione alla Camera.  Sono questi - denuncia la Coldiretti - gli effetti della mancata stabilizzazione nella manovra delle attuali agevolazioni contributive per zone agricole montane e per zone agricole svantaggiate accordata negli ultimi 5 anni e mezzo.
 
A far data dal 1 agosto 2010 per zone agricole montane e per le zone svantaggiate scatterà – comunica la Coldiretti – un aumento  dei contributi - con inevitabili ricadute sui livelli occupazionali che nel 2009, nonostante la crisi,  hanno fatto segnare, proprio in queste aree del Paese un importante aumento del numero delle giornate denunciate per gli operai a tempo indeterminato (+ 963.356 giornate).

“Qualora le agevolazioni non venissero confermate le conseguenze che riguardano la nostra Regione, interamente considerata montana, sono molto importanti” – afferma Pino Balicco, presidente della Coldiretti Valdostana -  “le nostre aziende agricole  subiranno un aggravio contributivo con il rischio chiusura o con la drastica riduzione delle assunzioni. Ma non finisce qui ; se non permane questa agevolazione le conseguenze potrebbero essere importanti anche per tutti quegli enti che assumono personale agricolo, mi vengono in mente le cooperative che corrono il rischio, a causa dell’aumento dei costi, di  vedere diminuire la remunerazione per i produttori”

“Mantenere la stabilità del costo del lavoro rappresenta” – ci dice ancora Balicco – “un elemento necessario a riconoscere un concreto vantaggio competitivo a quelle imprese che hanno reale interesse a permanere nella legalità e nel sistema contrattuale, è un aiuto agli imprenditori onesti spesso esposti al fenomeno della concorrenza sleale di soggetti che sfruttano la manodopera illegale e l’occupazione in nero. I fatti di Rosarno non hanno, evidentemente, insegnato nulla !”

Ci rendiamo conto del periodo di forte congiuntura – continua Coldiretti VdA – e che tutti devono “stringere la cintura” ma la soluzione è dietro l’angolo: da anni auspichiamo una nuova rideterminazione delle zone montane, che oggi comprende anche territori che ben poco hanno a che vedere con la montagna,  con l’assegnazione delle agevolazioni a chi veramente opera in condizioni difficili e non competitive rispetto alla normale pratica agricola.
 
 “Il questione è ancor più grave” - conclude Balicco citando i dati dell’osservatorio Coldiretti sul lavoro – “perché il settore agricolo nazionale già sconta livelli di pressione contributiva ben più alti della media europea e nettamente superiori a quelli vigenti nei paesi primi competitori del settore agricolo” (Italia  43% - Grecia 10,00% - Gran Bretagna 12,80% - Spagna 15,50% - Germania 17,70% - Polonia 19,89%).