1 Aprile 2010
OGM: PER SAPERNE DI PIU’

La diffusione degli  OGM (organismi geneticamente modificati) in agricoltura è tornata prepotentemente di attualità sui media alla notizia della recente autorizzazione Europea per la patata Amflora. Innanzi tutto vorrei sottolineare che il problema non riguarda “l’agricoltura” in quanto tale ma, fino a prova contraria con l’agricoltura si introduce – evidentemente – il concetto di alimentazione e il fatto diventa, chiaramente, di più ampio interesse.
Come sovente accade i cittadini consumatori – che sono poi quelli a cui si deve il maggior rispetto e la maggior trasparenza – sono poco informati sull’argomento. Dopo una prima sensazione di contrarietà agli OGM abbiamo visto che i maggiori quotidiani nazionali hanno dato spazio – giustamente – anche al pensiero opposto e molti titoli sono comparsi del tipo “Chi ha paura degli OGM” . Credo che il cittadino attento possa immaginare che non è questo il filo rosso che deve guidare il ragionamento, ma nel mondo globalizzato, degli interessi enormi e delle gestioni dell’agroalimentare mondiale in mano a poche multinazionali, per tentare di capirne qualcosa di più, la domanda esatta da porsi è “Chi ci guadagna con gli OGM ?”
Cosa sono : sono organismi le cui caratteristiche genetiche sono state manipolate in laboratorio, il DNA viene modificato con intervento di geni esterni all’organismo, viene isolata una cellula animale o vegetale e inserita nel DNA del batterio “vettore”  che trasferirà parte del proprio patrimonio genetico ad altre specie. La transgenesi, invece, permette di ottenere una specie vivente che non esiste e non esiterebbe mai in natura, anche con geni che possono essere inseriti in piante pur provenendo da animali. (emblematico il primo esperimento dei geni del salmone trapiantati nelle fragole per far meglio sopportare le basse temperature)
A cosa servono : in farmacologia e medicina, in agricoltura veterinaria e zootecnia, nella bioindustria (vitamine, aminoacidi, prodotti alimentari, bevande) e per lo smaltimento dei rifiuti, la depurazione delle acque contaminate e identificazione di alcune sostanze tossiche.
Ogm  in agricoltura : l’applicazione delle biotecnologie consentono resistenza agli erbicidi, resistenza ai parassiti, resistenza ai disagi ambientali, migliori caratteristiche nutrizionali, maggiore conservabilità.
Le principali Colture: sono la soia, il cotone, la colza e il mais. Coinvolgono 14 milioni di agricoltori, 25 paesi e 134 milioni di ettari ma, in realtà,  rappresentano solo circa il 9% della superficie agricola mondiale e lo 0,5% degli agricoltori. Mentre in Europa, ad oggi  (vi sono 3 tipologie autorizzate, due tipi di Mais e la recente patata Amflora)  malgrado le tre autorizzazioni l’unica effettivamente coltivata riguarda il Mais BTMON810. Mais che – comunque, è stato bloccato dalla Francia nel 2008, dalla Germania nel 2009, e anche Austria Ungheria, Grecia e Lussemburgo hanno fatto ricorso alla clausola di salvaguardia mentre la Svizzera dopo il referendum del 2005 ha  prorogato per altri tre anni il programma di ricerca,   il tutto per un totale di 97.749 ettari coltivati a OGM in Europa su 160 milioni di ettari di superficie agricola – meno dello 0,001 % ! - 
Impatti ambientali : ne sono stati valutati molteplici, dalla possibilità che le piante GM diventino infestanti o ai  vari inquinamenti genetici tra piante della stessa specie e tra piante di specie diverse, oppure ancora lo sviluppo naturale “di contromisure” con maggiore resistenza o tolleranza degli infestanti. La modificazione genetica più diffusa è, infatti, quella della tolleranza agli erbicidi che permette alle grandi industrie che producono semi OGM di vendere anche l’erbicida chimico da somministrare, tanto che dal 1996 al 2003  (primo momento di grande diffusione OGM) il consumo totale di erbicidi è aumentato del 11,5 %.
Aspettative dei Consumatori : Vi è una diffusa  diffidenza tanto  che in UE nel 2003 il 52% dei consumatori che si dichiarava contrario agli OGM rappresenta oggi il 63%. ( fino al 73% in Italia)  Alcuni studi confermano, per l’uomo,  la possibilità dell’insorgenza di allergie,  con effetti su intestino e fegato (da test su animali) e una possibilità di forte resistenza agli antibiotici.
La fame nel mondo :  questa giustificazione è una autentica chimera : come detto gli agricoltori che utilizzano OGM sono circa 14 milioni, di questi oltre 12 milioni sono in Cina e in India, e in queste zone mentre  i terreni OGM lavorati sono aumentati di circa il 7 per cento,  gli affamati sono aumentati anch’essi  ma del 9 per cento. Ma la verità vera – che spesso viene taciuta – è che gli OGM riguardano quasi esclusivamente le colture NOFOOD – quindi non destinate  all’alimentazione umana, ma alla realizzazione di mangimi o nell’industria chimica - (con la patata Amflora si fanno collanti) e sono destinate all’esportazione, non migliorano le condizioni di vita e il reddito degli agricoltori, non creano sviluppo.
Come si riconoscono : la norma generale prevede che i prodotti OGM rechino l’indicazione – in etichetta – di tale presenza,  ma è ammessa una presenza “accidentale” (quindi senza alcuna indicazione in etichetta) nei prodotti alimentari fino alla soglia dello 0,9% . Inoltre è bene sapere che, in UE,  solo circa il 10% dei mangimi dei bovini da latte contiene OGM, e che meno del 5% degli allevamenti lo utilizza, e che il Consorzio Tutela Fontina DOP ha bandito tali mangimi, con autoregolamentazione, fin dal 2006.
Allora “Chi ci guadagna con gli OGM ? : Nell’arco di 10 anni si è assistito ad una concentrazione delle imprese che registrano brevetti OGM, le prime cinque aziende produttrici  sono passate dal 36.7% di brevetti al 80.5% e le loro prove in campo sono aumentate dal 31 al 47%, senza contare che, come logico, da piante GM non nasce nulla e si crea ogni anno, per le aziende agricole, la dipendenza da seme. Ma agli agricoltori la soia OGM viene pagata circa il 15% in  meno  rispetto a  quella tradizionale, mentre negli USA il prezzo delle sementi  è aumentato del 143% e una confezione di semi tradizionali costa la metà di quelli OGM. Quindi la convenienza maggiore deriva dal fatto che i costi di produzione vengono ripartiti su un numero crescente di ettari e non dalla produttività. Ma più ettari  fanno più produzione e più eccedenze che fanno, inesorabilmente, un prezzo più basso pagato agli agricoltori che non si trasferisce, però,  mai sul consumatore.

Concludendo mi permetto due considerazioni tra il serio e il faceto e che, spero, possano far sorridere e pensare un poco: primo, conosco molte persone favorevoli agli OGM ma  vogliono sempre risolvere i problemi “degli altri”, coltiviamo OGM per il terzo mondo, aiutiamo i bisognosi……non sono però mai così convinti quando propongo loro il contrario….se gli OGM  sono così buoni coltiviamoli per noi e mandiamo al terzo mondo i prodotti tradizionali………….l’altra considerazione è che vi sono numerosi luminari della scienza che sostengono che gli OGM siano assolutamente innocui e che saranno il futuro della agricoltura e della alimentazione . Affermazioni che mi danno grandi speranze, peccato però che la scienza sia letteralmente spaccata in due su questo tema e per ogni SI vi sia almeno un NO……. tutti i medici che conosco sono concordi nel dire che il fumo fa male……non così per gli OGM……in questa situazione li dareste  a vostro figlio ? .                 
( I dati citati sono  tratti  da “Dossier OGM – marzo 2010”  a cura di Coldiretti)