24 Marzo 2011
RESPINTA LA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE PER LA VALLE D’AOSTA OGM FREE

Il Capogruppo di Alpe, relatore dell'iniziativa, Roberto Louvin, ha evidenziato che "la legge regionale 29/2005 su questo tema aveva dettato disposizioni in materia di coesistenza tra colture transgeniche convenzionali e biologiche. Andando oltre la linea prescelta nel corso della passata legislatura, appare oggi necessario che anche la Valle d'Aosta, al pari di numerose altre regioni che si stanno pronunciando in questo momento sul tema, adotti misure idonee a garantire una più stretta protezione delle proprie produzioni agro-alimentari da possibili contaminazioni derivanti dall'impiego di OGM in agricoltura. La nostra proposta tende a introdurre, sull'intero territorio regionale, il divieto assoluto di impiego di organismi geneticamente modificati in agricoltura. Molti e pregevoli contributi sono pervenuti durante l'esame da parte di Arev, del Consorzio produttori e tutela della Fontina, della Cooperativa Lo Pan Nër, dell'Institut agricole régional, della Coldiretti. Riteniamo opportuno che anche la Valle d'Aosta approvi questa proposta, alla luce soprattutto della sua valenza chiarificatrice rispetto alla realtà agricola valdostana e foriera di un rafforzamento qualitativo del prodotto, con l'aggiunta della possibilità di valorizzare commercialmente l'assenza di OGM sul suolo regionale. Ci dispiace che si dica che l'Unione europea è contrario alla proposta."
Nella discussione sono intervenuti i Consiglieri Prola, Comé, Donzel, Chatrian e l'Assessore all'agricoltura.
Il Vicepresidente della III Commissione, Piero Prola (UV): "Noi riteniamo che l'attuale legge regionale sia seria ed equilibrata e offra le garanzie necessarie. Di fatto siamo di fronte ad un falso problema: in Valle mancano le condizioni territoriali per la coltivazione di OGM, con particolare riguardo al mais che necessita di superfici estensive, mentre tutte le nostre colture tradizionali sono confermate e salvaguardate dalla presenza dei marchi di qualità. Evitiamo quindi di dipingere questi argomenti in modo strumentale e ideologizzato. Oggi, siamo di fronte ad un quadro giuridico pieno di incertezze, soprattutto a livello europeo, che non offre le dovute assicurazioni per valutare serenamente e con tranquillità la questione."
Per il Presidente della IIII Commissione, Dario Comé (SA), "la proposta di legge ha sicuramente toccato un tema molto sensibile, soprattutto per i consumatori. Tuttavia, in termini concreti legati al nostro territorio, stiamo parlando del nulla, perché non vi è ad oggi nessuna richiesta e nessuna possibilità di coltivare OGM. La nostra posizione non è attendista, ma rispettosa di norme europee e nazionali, che sono in piena evoluzione. Se dovessimo approvare questa legge non potremmo notificarla all'Unione europea perché non compatibile con l'attuale norma per l'autorizzazione degli OGM. Dobbiamo aspettare la nuova proposta di Regolamento UE e a seguito della sua approvazione, auspichiamo che vi sia una discussione e una convergenza tra tutte le forze politiche su questo argomento."
Il Consigliere Raimondo Donzel (PD) ha sostenuto che "pensavamo che su questa materia si potesse ritrovare la nostra ragione di essere Regione autonoma e di non doverci allineare sulle scelte del Governo nazionale. Questa proposta ci sembrava una posizione chiara, senza ambiguità. Non è lo Stato italiano che deve dire di no agli OGM, ma visto che andiamo verso il federalismo devono essere le Regioni a dare il loro parere, ma forse abbiamo paura di disturbare il manovratore nazionale. Sarebbe importantissimo lanciare un messaggio all'Europa su questa problematica, partendo proprio da una piccola realtà alpina, il cui ambiente ricco di biodiversità è regolato da delicatissimi equilibri. E' poi importante ricordare come anche la Chiesa cattolica, attraverso il presidente del pontificio consiglio per la giustizia e la pace, cardinale Peter Kodwo Turksan, abbia espresso riserve sull'utilizzazione degli OGM."
Per il Vicepresidente del Consiglio, Albert Chatrian (Alpe), " sarebbe opportuno che per la Valle d'Aosta ci fosse un posizionamento chiaro su questo tema. E penso in particolare agli evidenti vantaggi che potrebbe portare alla filiera della commercializzazione l'introduzione di un marchio 'Regione Valle d'Aosta OGM free'. Si potrebbe affiancare al settore del turismo e della promozione del nostro territorio per lanciare un messaggio all'esterno di genuinità e di autenticità delle nostre produzioni. Tutti sanno che l'immagine agroalimentare di un territorio è divenuta un importantissimo veicolo pubblicitario per il territorio stesso. Riteniamo che la posizione attendista della maggioranza sia dannosa. Perché, soprattutto nel settore agricolo-produttivo-turistico, aspettare non paga mai."
L'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Giuseppe Isabellon, ha riferito che "anche durante il percorso in Commissione, sono emerse posizioni da parte degli attori del settore agricolo che confermano la validità della legge regionale del 2005. Lo scorso anno, è stata istituita una Commissione consultiva regionale con il compito di presentare alla Giunta la bozza di piano per la realizzazione della coesistenza tra colture transgeniche, convenzionali e biologiche sul territorio regionale entro 90 giorni dalla conclusione dell'iter di adozione a livello nazionale e relativa notifica alla Commissione europea delle 'Linee guida per le normative regionali di coesistenza tra coltura convenzionali biologiche e geneticamente modificate', come previsto dall'articolo 7 della normativa regionale 29/2005. L'iter di approvazione ha subito una battuta d'arresto a livello nazionale e comunitario, tuttavia gli Uffici dell'Assessorato si sono comunque attivati predisponendo delle linee guida regionali, nelle quali si esclude implicitamente la coltivazione degli OGM attualmente autorizzati alla coltivazione a livello europeo con la definizione di distanze di sicurezza molto restrittive. Ad oggi, si rileva come la normativa europea non consenta di vietare la coltivazione di OGM invocando motivazioni diverse da quelle legate alla valutazione di effetti negativi sulla salute e sull'ambiente, come avviene invece nella proposta di legge presentata da Alpe, e qualsiasi legge adottata ora recante divieto assoluto di coltivazione degli OGM non sarebbe approvata in sede di notifica all'Unione europea. E' importante ricordare che già nel 2006 era stata concordata tra l'Assessorato e il Consorzio Fontina una linea di autodisciplina in merito all'utilizzo di mangimi non OGM nell'ambito dell'integrazione alimentare delle bovine, come ricordato dal Presidente del Consorzio Fontina durante l'audizione in III Commissione. Siamo quindi attenti e in attesa dell'evolversi della situazione a livello nazionale e comunitario: queste considerazioni ci portano ad esprimere un voto di astensione sull'iniziativa."