11 Aprile 2011
SPECIALE VINITALY

DIMEZZATO IL CONSUMO DI VINO IN ITALIA IN 30 ANNI: SI SPENDE DI PIU’ PER ACQUISTARE L’ACQUA:  Alla domanda in crescita sui nuovi mercati si contrappone il preoccupante calo a livello nazionale con le famiglie italiane che nel 2010 hanno speso piu’ per acquistare acqua minerale che vino: con 19,71 euro mensili per famiglia, l’acquisto dell’acqua minerale è diventata la prima voce di spesa del bilancio familiare per le bevande e supera il vino per il quale la spesa media familiare mensile è stimata pari a 12 euro. Si è quindi praticamente dimezzato negli ultimi 30 anni in Italia il consumo di vino che è sceso a circa 40 litri a persona per un totale di circa 20 milioni di ettolitri.  Il forte calo nelle quantità di vino acquistate dagli italiani, che ha avuto una accelerazione negli ultimi dieci anni in cui si è verificato un calo del 20 per cento, è stato accompagnato - sottolinea la Coldiretti - da un atteggiamento piu’ responsabile di consumo. Insieme al cambiamento delle abitudini alimentari a far calare la domanda soprattutto nelle ristorazione sono stati, oltre ai ricarichi eccessivi, le campagne antialcol e la stretta sulle norme del codice della strada che hanno colpito indiscriminatamente anche il vino che è in realtà caratterizzato da un piu’ responsabile consumo abbinato ai pasti che non ha nulla a che fare con i binge drinking del fine settimana. Il vino - precisa la Coldiretti - è divenuto l'espressione di uno stile di vita "lento", attento all'equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol. Si tratta di un cambiamento che occorre riconoscere per evitare il rischio di una dannosa criminalizzazione, mentre è necessario investire nella prevenzione promuovendo la conoscenza del vino con il suo legame con il territorio e la cultura, a partire proprio dalle giovani generazioni.
STORICO SORPASSO EXPORT SU CONSUMI NAZIONALI: Per la prima volta nella storia le esportazioni di vino Made in Italy in valore hanno sorpassato i consumi nazionali nel 2010. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione del Vinitaly dove è stata presentata la prima mostra dell’”altra vitivinicoltura solidale – Il welfare in bottiglia”, con i risultati del buon lavoro in vigna e in cantina di diversamente abili, detenuti ed ex tossicodipendenti.  Si tratta  dell’effetto congiunto dell’aumento del valore delle esportazioni che con una crescita del 12 per cento hanno raggiunto la cifra record di 3,93 miliardi di euro e del calo del 4,8 per cento negli acquisti familiari degli italiani, secondo Ismea, che ha portato il valore delle vendite a livello nazionale a 3,89 miliardi di euro. Il risultato è stato comunque un aumento del fatturato complessivo che è passato da 7,6 a 7,82 miliardi di euro del 2010, con un aumento del 3 per cento.  Il 2010 segna dunque una svolta epocale sul mercato che è destinata a condizionare fortemente la produzione e la distribuzione del vino Made in Italy che dovrà fare i conti con il mutato scenario internazionale. Non è infatti un caso che lo storico sorpasso delle esportazioni sui consumi interni avviene proprio nell’anno in cui - riferisce la Coldiretti - gli Stati Uniti sono diventati per la prima volta il Paese dove si consuma complessivamente la maggior quantità di vino al mondo davanti rispettivamente a Francia ed Italia, secondo il report di Gomberg-Fredrikson nel 2010, durante il quale gli americani avrebbero consumato 329 milioni di casse da 12 bottiglie in mercato che, solo nel canale retail, vale 30 miliardi di dollari.
MERCATO ESTERO : I PICCOLI CRESCONO IL DOPPIO DEI GRANDI  :Le esportazioni di vino Made in Italy dei piccoli produttori sotto i 25 milioni di euro di fatturato sono cresciute in valore del 16 per cento, quasi il doppio  dell’8,5 per cento fatto segnare dalle prime 103 società italiane produttrici di vino che fatturano piu’ dei 25 milioni di euro. E’ quanto emerge da una analisi presentata al Vinitaly dalla Coldiretti sulla base dei dati sul commercio estero nel 2010 di Mediobanca e dell’Istat. Questo significa che le 103 grandi società del vino (che fatturano complessivamente il 55 per cento del totale del mercato)  sui mercati esteri sono cresciute la metà delle altre. Una situazione che si verifica nonostante il fatto che spesso i sostegni pubblici alla promozione all’estero si siano indirizzati prevalentemente a favore delle grandi imprese.
“La dimensione da sola non è sufficiente per garantire competitività e quindi il successo delle imprese che devono puntare sul legame con il territorio e sulla distintività che i nuovi concorrenti stranieri non possono offrire”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini
VINO: COLDIRETTI, DALLA VIGNA LAVORO PER 1,2 MILIONI DI PERSONE : Dalle 250mila aziende vitivinicole italiani nascono opportunità di lavoro per 1,2 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione del Vinitaly dal quale si evidenzia che la vigna è anche momento di integrazione come dimostra il fatto che nel solo distretto del Prosecco lavorano immigrati di ben 53 differenti nazionalità da 4 diversi continenti. Sono circa mezzo milione i titolari di vigneti in Italia dove trovano occupazione oltre 210mila lavoratori dipendenti, dei quali oltre 50mila sono giovani e 30mila stranieri. Il vino è il settore dove sono stati utilizzati il maggior numero di voucher o buoni lavoro tra le diverse attività agricole ed extragricole e, in controtendenza rispetto all’andamento generale, è  aumentata l’occupazione nelle campagne. Infatti nel 2010 si è verificato un aumento degli occupati in agricoltura dell’1,9 per cento a fronte del calo generale dello 0,7 per cento