3 Giugno 2010
SPECULAZIONI A TAVOLA

E’ necessario intervenire per contrastare le evidenti anomalie presenti sul mercato del cibo che la crisi rischia di amplificare con una forte volatilità dei prezzi provocata dalle speculazioni di mercato e calo dei consumi. E’ quanto ha affermatoil presidente della Coldiretti Sergio Marini nel suo intervento al Forum Internazionale organizzato dalla maggiore organizzazione agricola a Bruxelles al quale sono intervenuti il Ministro per le Politiche Agricole Giancarlo Galan, il Ministro per le Politiche Europee Andrea Ronchi e il Commissario europeo per l'Agricoltura Dacian Ciolos. Il prezzo del grano - ha sottolineato Marini - ha avuto negli ultimi tre anni oscillazioni del 200 per cento con effetti sui cittadini e sulle imprese agricole che rischiano oggi di chiudere con il pericoloso abbandono di terre fertili che mette in forse per il futuro scorte alimentari strategiche per l’Unione Europea.
Garantire la stabilità dei prezzi in un mercato a domanda rigida come quello alimentare è un obiettivo di interesse pubblico che va sostenuto con l’introduzione di interventi di mercato innovativi come - ha chiesto Marini - le assicurazioni sul reddito nell’ambito della riforma di mercato della politica agricola comune. Se l’Europa vuole mantenere un proprio potenziale produttivo - ha aggiunto Marini - deve però porsi il problema del dumping economico, sociale,sanitario e ambientale in cui operano Paesi all’interno e fuori dall’Unione Europea. In una situazione in cui non sono proponibili gli strumenti obsoleti del passato, è necessario individuare - ha sostenuto Marini - misure per la trasparenza come l’obbligo di indicare l’origine dei prodotti agricoli impiegati negli alimenti per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli con la corretta informazione.
Le distorsioni che provocano la perdita di valore all’interno della filiera con la moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola che danneggia i consumatori ed i produttori agricoli devono essere una priorità da affrontare nella nuova politica agricola che deve sostenere il rafforzamento della posizione debole del settore primario all’interno della filiera alimentare, anche con misure che riguardano la libera concorrenza. E’ quindi necessario - ha sostenuto Marini - proporre soluzioni per una partecipazione vera, sostanziale e non solo formale degli agricoltori alla filiera. Serve, quindi, vera aggregazione dell’offerta all’interno di filiere trasparenti, più corte e “firmate”, cioè chiaramente riconoscibili da parte dei consumatori. L’unico modo per ristabilire un legame tra il prezzo alla produzione e quello al consumo che tende sempre ad aumentare anche d fronte ai crolli che si verificano nei campi.
Su questi obiettivi e sul riconoscimento del ruolo piu’ generale dell’agricoltura nell’“incentivare la produzione di beni pubblici” che hanno un valore per la collettività, ma che non sono remunerati adeguatamente dal mercato, c’è - ha sostenuto Marini - un vasto consenso dei cittadini europei. Piu’ di 8 cittadini europei su dieci (l'83% nell'Unione e l'84% in Italia) ritengono l’agricoltura così importante da essere favorevoli ad accordare un aiuto finanziario agli agricoltori per evitare che tale attività venga abbandonata. Sulla base degli ultimi dati Eurobarometro emerge ben chiaro tra i cittadini europei il costo di una Europa senza agricoltura, soprattutto oggi in tempi di crisi. E’ pertanto necessario - ha concluso Marini - assicurare che alla Riforma della Politica Agricola Comune (Pac) sia garantito un ammontare adeguato di risorse del bilancio comunitario e che sia mantenuta l’attuale distribuzione tra Stati membri individuando nel pagamento unico aziendale disaccoppiato (PUA), una componente di qualificazione della spesa su base ambientale, sociale e di partecipazione alle filiere. Il peso della spesa per la politica agricola comune sul Pil dell’Unione Europea - ha ricordato - è sceso negli ultimi 25 anni dallo 0,65 allo 0,43 per cento.