Si rammenta che il siero di latte che ha perso le caratteristiche organolettiche che ne rendono possibile il riutilizzo deve essere avviato allo smaltimento quale rifiuto liquido. Per quanto riguarda invece le acque derivanti dal lavaggio dei locali e delle attrezzature esistono due possibilità:
Le acque vengono immesse in un circuito chiuso di raccolta dotato di vasche di contenimento. In tale caso vengono considerate rifiuto liquido. La gestione dei rifiuti comporta l’obbligo di tenuta del registro di carico e scarico ( con obbligo di relative annotazioni) Il trasporto deve inoltre essere eseguito da impresa autorizzata e la relativa documentazione conservata pedr 5 anni.
Le acque vengono scaricate direttamente in un corpo ricettore, previa separazione del siero e della scotta, mediante un sistema stabile di collettamento. In tale caso si tratta di scarico di acque reflue, non soggetto ai predetti obblighi documentali, che deve essere preventivamente autorizzato. Se lo scarico è collegato alla fognatura l’autorizzazione viene rilasciata direttamente dal gestore ( Comune, Consorzio, Comunità Montana, ecc) Se lo scarico avviene in ambiente ( sul suolo o sulle acque superficiali) l’organo competente è al rilascio della autorizzazione è il Servizio tutela delle acque dall’inquinamento e gestione dei rifiuti dell’Assessorato Territorio e Ambiente. In caso di emissione in ambiente è sempre richiesto un trattamento preventivo delle acque prima dello scarico. Per le casere annesse agli alpeggi dove avviene la monticazione estiva è possibile, previo nulla osta del predetto servizio regionale, lo scarico delle acque di lavaggio direttamente nella concimaia.
22 Giugno 2011
STAGIONE DI ALPEGGI : ATTENZIONE ALLA GESTIONE DELLE ACQUE REFLUE DELLA LAVORAZIONE