13 Luglio 2011
Via libera del Parlamento Ue all’etichetta d’origine per le carni fresche. Anche gli Inglesi vogliono le etichette di origine


Via libera del Parlamento Ue all'etichetta d'origine per le carni fresche Via libera del Parlamento Europeo al nuovo regolamento sulle informazioni alimentari ai consumatori, che contiene, tra le altre cose, l’estensione dell’obbligo dell’etichetta d’origine a tutte le carni fresche. Il provvedimento riguarderà la fettina di manzo, suino, agnello e pollo, ma non il coniglio. Inoltre, il consumatore potrà trovare sull'etichetta i valori energetici e nutrizionali degli alimenti che acquista, ma anche l'indicazione di allergeni per chi soffre di intolleranze alimentari.
Dopo l'imprimatur formale del Consiglio Ue, gli Stati membri avranno tre anni per mettere in atto le nuove regole che dovrebbero diventare operative a fine 2014. E’ stato, invece, deciso di posticipare di tre anni l’eventuale applicazione del regolamento anche per le altre categorie di alimenti: latte, latte impiegato come ingrediente, carne utilizzata come ingrediente, alimenti non trasformati, alimenti mono-ingrediente e ingredienti che rappresentano più del 50% dell’alimento. Spetterà alla Commissione Europea stilare una apposita valutazione d’impatto.
“L’estensione dell’obbligo di etichettatura di origine, già previsto in tutta Europa per la carne bovina, ad altre carni (maiale, pollame, agnello e capra) è un primo passo importante – ha commentato il presidente della Coldiretti Sergio Marini -; va però al più presto esteso anche alle carni e al latte utilizzati in alimenti trasformati, come prosciutti, salami e formaggi dove più spesso si verifica l’inganno del falso Made in Italy”.
L’Italia si trova peraltro all’avanguardia in Europa grazie al pressing realizzato dalla Coldiretti in questi anni che ha già portato all’attuazione di norme nazionali, dall'obbligo scattato il 7 giugno 2005 di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco all'etichetta del pollo Made in Italy dal 17 ottobre 2005. Oggi l'obbligo di indicare la provenienza in etichetta è in vigore per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva, ma ancora molto resta da fare e l’etichetta resta anonima per circa la metà della spesa dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta.

Intanto giunge - dal Regno Unito - che la notizia che  maggior parte della carne e dei latticini venduti nel Regno Unito fornisce informazioni circa la provenienza degli ingredienti o il luogo di produzione. Sebbene non vi siano ancora obblighi precisi, comunque auspicabili, sembra che i produttori stiano andando nella direzione di dare maggiori informazioni ai consumatori, valorizzando l’identità e il rapporto col territorio dei propri prodotti.
A fotografare la situazione in Gran Bretagna è un’indagine del Dipartimento per Ambiente, Alimentazione e Affari Rurali, che segue la codifica di uno standard di etichettatura volontario approvato lo scorso novembre 2010.
I risultati dello studio indicano una buona percentuale di adesione. Tutto il burro analizzato infatti indicava o l’origine del latte o il posto di produzione, mentre il 77% del formaggio raggiungeva lo stesso traguardo. La metà del latte mostrava l’origine, mentre per pancetta, salsiccia e altra carne sottoposta a leggera trasformazione, l’82% mostrava una qualche indicazione sulla provenienza ma solo il 67% l’origine della carne.
Nel Vecchio Continente le cose vanno un po’ diversamente: con la approvazione da parte del Parlamento Europeo della bozza sulle informazioni ai consumatori della settimana scorsa, i consumatori potranno sapere subito da dove viene la carne fresca che acquistano. Il tutto in attesa che le stesse garanzie vengano estese a tutti gli altri prodotti, sull’esempio di quanto fatto dal Parlamento italiano con l’approvazione della legge sull’etichetta d’origine, fortemente voluta da Coldiretti.